di Giuseppe Sciarra
Due anni fa ho avuto il piacere di conoscere Carlo Macchitella attraverso un amico in comune e subito mi colpì piacevolmente: la sua semplicità, la sua gentilezza, la sua saggezza e i suoi modi affabili mi rivelarano sin da subito che avevo conosciuto un uomo estremamente sensibile, la figura di produttore ideale con cui interfacciarsi per provare a realizzare un film. Una fortuna in un mondo non semplice, irto di insidie come quello della settima arte.
Per chi vuole fare cinema è fondamentale trovare un produttore che creda in te e che ti dica chiaramente le cose come stanno col giusto tatto, e con la franchezza necessaria. Proposi a Carlo una sceneggiatura scritta a sei mani con gli amici e colleghi, Andrea Natale e Tiziano Mariani, “Gli amori di Venere”. Carlo evidenziò i punti di forza della sceneggiatura ma anche i punti deboli e mi disse chiaramente che ci sarebbe stato tanto da fare per migliorarla. Lo ascoltai soprattutto di pancia e mi lasciai guidare dai suoi consigli, a volte severi, a volte più miti. Con Andrea e Tiziano lavorammo duramente per creare una buona sceneggiatura e ci ritrovammo a riscriverla e a rimaneggiarla più volte per raggiungere il risultato sperato.
Carlo non ci abbandonò mai. Mi autorizzò a chiamarlo, a insistere col farlo nonostante i suoi numerosi impegni, spesso non ci sentivamo per mesi e quando lo chiamavo si scusava quasi a volersi fare perdonare – ma non doveva farsi perdonare proprio di nulla. Era un uomo umile e illuminato. L’ultima volta che l’ho incontrato è stato lo scorso settembre. Con Tiziano e Andrea andammo alla Madeleine, la sua casa di produzione e Carlo ci disse sorridente e fiero di noi che la sceneggiatura andava bene. Grazie Carlo! Grazie di cuore. Fare cinema è come scalare una montagna e grazie a te quella montagna l’ho scalata. Ti devo tanto e te ne sarò sempre riconoscente e farò questo lavoro come va fatto.
(10 marzo 2023)
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