di Laura Salvioli
Questo film uscito nelle sale il 27 ottobre è del regista svedese Ruben Östlund che già nel 2017 aveva vinto la Palma d’oro a Cannes con The Square e la conquista nuovamente con questa sua ultima opera. Il film parte con uno spaccato molto divertente sulla moda maschile, ambito a cui si ispira anche il titolo. Infatti, il “triangle of sadness” sarebbe la zona tra l’attaccatura dei capelli e le sopracciglia che è soggetta molto alle rughe ed è quasi sempre aiutata dal botox nel mondo schiavo dell’apparire di oggi. I protagonisti della storia sono una coppia di modelli/influencer che convivono in una unione abbastanza disfunzionale in parte basata sull’amore ed in parte sulla volontà di aumentare il numero dei rispettivi followers. Ad esempio, in una scena con uno botta e risposta geniale i due discutono su chi deve pagare il conto e lui le fa notare che fa sempre la scena ma non paga mai. Lo fa in un modo bambinesco ma sincero spiegandole che vuole che siano davvero uguali, l’ho trovata uno scambio di battute molto sagace su temi su cui si discute ancora molto e ricco di quel velo di ironia che non rende il tema banale o pesante. I due, poi, vengono omaggiati da uno degli sponsor che hanno su Instagram con una crociera di super lusso ed è lì che inizia la loro avventura. Qui vediamo il contrasto tra i nuovi e i vecchi ricchi, la coppia di influencer, infatti, si confronta con un russo che vende fertilizzanti ed una coppia inglese che sembra adorabile ma in realtà nasconde due signori della guerra senza scrupoli. Il personale della crociera è composto di ragazzi giovani che cercano in tutti i modi di compiacere i facoltosi ospiti apparendo quasi delle scimmie ammaestrate. Il picco lo si tocca quando la miliardaria russa, moglie del venditore di fertilizzanti, impone a tutto il personale di fare il bagno e tuffarsi dallo scivolo trattandoli come dei fenomeni da barraccone per il suo personale divertimento. La crociera prosegue con la cena con il capitano, interpretato da uno straordinario Woody Harrelson, che è alcolizzato e filocomunista e partecipa alla cena pasteggiando ad hamburger e patatine senza assaggiare nessuna delle pietanze raffinate servite ai passeggeri. Ma la cosa più ironica è che la cena viene organizzata nonostante ci sia mare grosso e tutti ci si recano imbellettati come se nulla fosse. A rappresentare come il mondo va a rotoli e tutti noi, ma i ricchi soprattutto, andiamo avanti perdendoci in mille effimere distrazioni. Durante questa cena la nave si imbatte in una tempesta e il russo venditore di fertilizzanti ed il capitano discutono animatamente sul capitalismo, facendo sentire a tutti gli ospiti il loro dibattito attraverso l’interfono della crociera. Non vi svelo ovviamente il seguito ma vi dico che, per me è un film molto intelligente ma con troppi input che creano confusione e non permettono a nessun argomento di essere sviscerato bene come meriterebbe. Quindi, ve lo consiglio, ovviamente, ma è esattamente come quando ci dicevano a scuola: “è intelligente ma non si applica”, tante potenzialità ma non convogliate nel modo giusto, a mio parare.
(2 dicembre 2022)
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