di Alessandro Paesano
L’Ente Federale Tedesco per la Promozione Cinematografica (FFA) e la German Films, organizzano da 13 anni una vetrina annuale, dal titolo Next Generation Short Tiger, con la quale presentano al pubblico internazionale, e anche all’industria cinematografica, i cortometraggi tedeschi realizzati da studenti di cinema nel corso dell’anno, che hanno vinto il Shot Tiger Award, premio collegato alla vetrina.
La suite di cortometraggi è stata presentata nell’ambito della quarta edizione del Festival del cinema tedesco, che si è tenuta a Roma, al cinema Quattro fontane, la settimana scorsa.
Nove cortometraggi che affrontano il mondo così come viene visto dai loro autori e autrici, che spesso sono studenti migranti di origine extraeuropea in Germania per studiare cinema.
Muss Ja Nicht Sein, dass Es Heute Ist (t.l. Non deve essere che sia oggi) (Germania, 2022) di Sophia Groening si attesta sul luogo comune che vuole i ragazzi insicuri con le ragazze. Il protagonista non riesce a scrivere un messaggio al cellulare per invitare una ragazza che gli piace a uscire con lui, nonostante gli sforzi suoi e dei suoi amici, per poi desistere e fare altro. Il corto rimane un esercizio di stile, un’occasione per imparare a fare del cinema (i corti nascono anche con questo scopo) ma lascia un po’ il tempo che trova.
Freie Nachte (t.l. Notte libera) (Germania, 2023) di Oliver Adam Kusio, di origini polacche, è un corto un po’ criptico sul rapporto conflittuale tra due fratelli (ma c’è di mezzo una madre con dei non meglio specificati problemi psichici) che, se pure girato con dovizia di tecnica e un certo stile sembra più interessato alle riprese notturne, nell’abitacolo dell’automobile, che a presentarci dei personaggi ai quali iniziamo a incuriosirci quando il corto finisce.
Huge Choice (t.l. Grossa scelta) (Germania, 2022) di Oleksandra Krasavtseva, di origini ucraine, è un corto di animazione (premiato con il German Short Film Award 2022, German Film Critics’ Association Award 2022) che racconta la poesia di Joseph Brodsky “Don’t Leave the Room”. Nel corto le immagini sono commentata da una voice over difficile da seguire perchè parla sopra le animazioni alla fine senza riuscire davvero a seguire né la voce né le immagini.
Di tutt’altra caratura Kolaj (t.l. Collage) (Germania, 2022) di Gülce Besen Dilek, di origini turche, un altro corto di animazione che esplora le modalità con cui si forma la nostra personalità usando la metafora del viso (disegnato con dei tratti lineari quasi geometrici,) mostrando come la vicinanza con altre persone, dalla madre ai e alle parenti e alle amicizie, contribuiscono alla crescita del proprio carattere che, nel corto, emerge nei tratti del viso che prende ora una forma ora un’altra, anche se a volte ne cancelliamo qualche componente. Kolaj, saggio di diploma di Dilek, è un cortometraggio intelligente, elegante ed emotivamente coinvolgente.
Killing Bagheera (t.l Uccidendo Baghera) (Grmania, 2022) di Muschirf Shekh Zeyn, curdo di origini siriane, racconta di due fratelli che devono varcare illegalmente il confine tra il loro paese natale e l’Europa e per farlo devono introdursi un una conduttura angusta e buia. Prima, mentre si muovono per il bosco, il fratello maggiore sembra avere le cose sotto controllo ma è proprio lui a crollare emotivamente quando, dentro la conduttura buia (e il film ce ne mostra l’oscurità facendoci sentire solamente le loro voci con un effetto di immedesimazione pazzesco) rimane incastrato con lo zaino. Fuori del tunnel (letteralmente, schiaffeggia il fratello minore che aveva mostrato un gesto di comprensione. Killing Bagheera mentre ci racconta in maniera intimista la questione migrante analizza le dinamiche anche patriarcali tra i due fratelli modulando una critica sottile ed efficace.
I due interpreti sono in stato di grazia dando credibilità. due personaggi magnifici, per uno dei corti a più alta intensità cinematografica di tutta la selezione.
L’uccisione di Bagheera del titolo si riferisce a un dialogo tra i fratelli a proposito dell’improbabilità che, nel romanzo Il libro della Giungla, il pitone Kaa sia sconfitto dalla tigre Bagheera.
Long Time No Techno (t.l Nessuna tecno da molto tempo) (Germania, 2023) di Eugenia Bakurin, docente cinematografica nata a Tselinograd, allora città dell’Unione sovietica, oggi Astana nel Kazakistan) utilizza film d’archivio dell’Odesa Film Studio che, all’epoca l’Unione sovietica, ha prodotto moltissimi film e che oggi rischia la distruzione a causa della guerra. Il corto mostra alcune sequenze di danza e musica tratta dai film per l’infanzia degli anni 70 e 80 riproponendoli con una colonna sonora nuova, composta da Momen Shaweesh musicista palestinese-siriano.
Questo connubio dà alle immagini il potere di evocare un’epoca che non c’è. più, ragionando ragionare sulla costruzione dell’immaginario collettivo e sul pericolo che la cancellazione della memoria porta per tutti e tutte noi.
Volver al sur (t.Tornare al sud) (Germania, 2023) di Sofía Ayala, originaria di Città del Messico, racconta di un universo distopico nel quale le persone del sud (un padre, un figlio e una figlia) vengono cacciate come animali da un gruppo di persone completamente vestite di bianco (anche i volti sono coperti) in una “gara” tra prede e predanti con delle regole precise tra chi deve fuggire e chi deve predare, che ricorda, mutatis mutandis il nostro la Decima vittima )Italia/Francia, 1965) di Elio Petri.
Sviluppato magnificamente a livello visivo il corto si impone per il suo portato emotivo e inchioda l’Europa alla sua responsabilità etica visto che tutta la storia raccontata è un flashback dell’unica sopravvissuta, la figlia, che è rinchiusa in una teca da museo dove una didascalia descrive l’esemplare di “persona del sud ritratta nel suo habitat”, mentre una anziana inserviente pulisce il vetro. Magnifico e inquietante.
Infine Schwimmstunde (t.l. Lezione di nuoto) (Germania, 2023) di Lisa Hürtgen
racconta con immensa grazia il rapporto complice e sensuale tra la signora Jacobs, anziana ospite di una casa di cura, e Nadja, che lavora alla casa di cura.
Il corto esplora l’attrazione, emotiva e fisica, tra queste de donne, mostrando senza tabù come la differenza d’età non è un ostacolo e di come l’attrazione tra donne passa anche attraverso una solidarietà muliebre che nel momento in cui si rispecchia si autoemancipa. Le immagini delle due donne nell’acqua, l’abbraccio e il bacio nella vasca da bagno, sono tra le immagini più chiare, sincere, giuste del cinema di questi ulti tempi e costituiscono uno dei momenti più alti di tutta la selezione di corti.
Per un ritardo nell’inizio delle proiezioni non siamo riusciti a vedere l’ultimo corto Uhrmenschen (Germania, 2023) di Hao Yu di origini cinesi del quale dunque non possiamo parlare. Next Generation Short Tiger è una splendida iniziativa he coniuga la distribuzione dei corti per il pubblico con la necessità di avere una vetrina dove questi corti si possono comperare, distribuire, far vedere.
Apprezzabile il fatto che la provenienza geografica degli autori e delle autrici abbia una rappresentanza internazionale e che tante culture con le loro storie e i loro punti di vista confluiscano in Germania dove hanno l’opportunità di esprimersi tramite il cinema.
L’italia non ha che da imparare.
(19 marzo 2024)
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