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mercoledì, Febbraio 5, 2025

House of Gucci, in certe case meglio non farsi ospitare

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di Laura Salvioli
Vi pubblicizzo questa pellicola perché è disponibile su Prime e se durante un temporale estivo volete vedere una trashata incredibile è adattissima allo scopo. Io di solito sono diplomatica, almeno nello scrivere, tuttavia, questa volta non riesco ad esserlo. La storia è nota e narra la sfortunata fine della casa di moda Gucci che, attualmente, non vanta neanche più un membro della originaria famiglia toscana al suo interno. Sapevo già di non andare incontro ad un capolavoro ma Ridley Scott è un regista famoso e dalla lunga e sfavillante carriera. Alcune sue pellicole hanno veramente sbancato i botteghini e con prodotti di assoluta qualità: Blade Runner, Il Gladiatore, Thelma and Louise, parliamo di vere pietre miliari.
Questa volta, nonostante la storia indubbiamente accattivante e il cast stellare, non si può dire che sia un film riuscito. Forse il problema è che gli americani quando trattano storie su personaggi italiani non possono fare a meno di renderci una macchietta. Non vedono altro se non dei latin lovers che urlano e gesticolano, che vivono passioni forti e si godono la vita, come se essere italiani implicasse per forza l’urlare e l’essere pittoreschi. Per carità in parte siamo anche questo ma gli yankee rimangono, comunque, legati ad un modello vecchio e stantìo del nostro paese.

Quello che, però, mi ha più infastidito, sono state la sceneggiatura e la recitazione  assolutamente finte e calcate inutilmente. Non si possono avere Al Pacino, Adam Driver e la stessa Lady Gaga che, come attrice è molto credibile, e fargli dire frasi ad effetto che neanche nei biscotti della fortuna alla “all you can eat” giapponese. I personaggi poi sono stati caricaturizzati eccessivamente: la Reggiani è una arrampicatrice sociale volgare e ignorante, Maurizio Gucci uno “stupidotto” ricco che come tutte le acque chete alla fine frega tutti, Paolo Gucci una checca isterica con manie di grandezza. Ed infine non manca una Salma Hayek versione zingara di periferia che legge le carte e fa da consigliera a Patrizia Reggiani con la tinta rossa stile divorziata di provincia. Poi, ovviamente, in ogni film americano ambientato in Italia devono buttarci dentro arie operistiche quasi come se fosse un obbligo.

In conclusione, se volete vedere un film da criticare come quando sentite i vicini litigare e vi mettete ad origliare questo è veramente perfetto, preparate i popcorn e la voglia di spettegolare come delle comari in finestra e passerete una bella serata.

 

(23 agosto 2022)

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