di Laura Salvioli
Come in molti sanno questo è lo spin off di Breaking Bad serie HBO di grande successo in cui compare il mitico personaggio di Saul Goodman. Nella serie originaria Saul è l’avvocato del protagonista e con i suoi vestiti pacchiani abbinati alle sue cravatte chiassose attira subito l’attenzione e la simpatia dello spettatore. Così tanto che Netflix decide di farne uno spin off che ha avuto tanto successo da durare ben sei stagioni. La serie è finita questo agosto quindi la trovate tutta su Netflix e dovete correre a recuperarla. Saul è interpretato da Bob Odenkirk sceneggiatore e attore americano che arriva alla popolarità proprio grazie a questo ruolo che sembra scritto per lui. La serie su Saul ripercorre la vita del protagonista prima di Breaking Bad e l’ultima stagione è in parte contemporanea alla serie principale e, in parte, con scene girate appositamente in bianco e nero, è successiva. Scopriamo come anche Saul (esattamente come Walter White in Breaking bad) subisca un percorso di trasformazione da piccolo truffatore ad aiutante nello studio del fratello ad avvocato. Scopriamo che prima di costruire la sua carriera da avvocato del cartello e la sua casa trash con dettagli dorati alla Versace era innamorato di Kim. Kim e Saul sono una delle coppie più belle che o abbia mai visto in una serie o un film sono LA complicità, sono entrambi avvocati e toccano l’apice quando decidono di sposarsi in comune solo perché così lei non può testimoniare contro di lui in tribunale. Si sposano per un motivo pratico ma si vede che si amano: esattamente il contrario di ciò che avviene comunemente.
Finalmente vediamo una serie che demolisce gli stereotipi sulla coppia e su quello che può essere riconosciuto come amore.
Saul fa le cose a modo suo, sempre e comunque, anche quando si ritrova ad avere a che fare con il cartello messicano mentre cerca di fare una delle sue truffe e finisce per “patteggiare” con Tuco Salamanca (boss del cartello) per evitare la morte a due skaters suoi complici. La bellezza di questo personaggio è il suo essere uno di noi, un che ci prova, che si laurea nella improbabile università di Samoa, che vive all’ombra di un fratello che è un avvocato di successo, che inizia con uno studio dietro ad un salone di manicure cinese. Alla fine, siamo tutti il fratello sfigato di qualcuno, tutti abbiamo una persona che ci fa sentire del tutto inadeguati, incapaci. Ma nonostante questo noi ci impegnano con le unghie e con i denti per ottenere il nostro pezzetto di terra per guadagnarci il nostro spazio. E non ci importa se in uno dei nostri primi casi la nostra possibile cliente ci dice (letteralmente) che siamo il tipo di avvocato che sceglierebbe chi è colpevole, noi andremo avanti e ci conquisteremo il nostro ufficio con le colonne doriche e il gonfiabile della Statua della Libertà sul tetto. Non voglio dirvi altro perché rischio di spoilerare, ma non potete perdervi una serie che capovolge tutti i topos sulle serie legal in modo intelligente, ironico e con quel giusto filo di tensione.
Insomma, finito di leggere la mia recensione dovete solo sintonizzarvi su Netflix e farvi questo regalo.
(9 novembre 2022)
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