di Laura Salvioli
Il 19 settembre è uscito nelle sale questo piccolo gioiello di Maura Delpero. Già vincitore del Leone d’argento a Venezia concorrerà come miglior film straniero agli Oscar. Il film è ambientato nel 1944 in un piccolo paese del Trentino che si chiama appunto “Vermiglio”. È un film corale che vede protagonista una famiglia composta da numerosi figli, da un padre che è anche il maestro del villaggio e da una madre affaccendata tra la prole e la routine domestica. Tuttavia, le vere protagoniste sono le tre sorelle: Lucia, Flavia e Ada. Siamo in un’epoca in cui si dormiva in 3 o 4 in un letto, perché le famiglie erano numerose ed i legami, forse, diversi.
Le tre sorelle sono, infatti, molto vicine tra loro fino all’arrivo nel paese di un soldato disertore siciliano di nome Pietro che si innamora di Lucia la più grade delle tre. I due ragazzi si amano di un amore antico fatto di timidi sguardi e bigliettini. Un amore fragile e delicato ma, anche pieno di coraggio, visto che allora andava chiesta ufficialmente la mano della donzella prescelta al padre. Siamo in un’epoca in cui tra Nord e Sud Italia le distanze erano immense, e si parlavano lingue diverse perché per molti esisteva solo il dialetto. Gran parte della popolazione era ancora analfabeta, la mortalità infantile era altissima. Ecco, tutte queste nozioni da libro scolastico il film riesce a trasmetterle raccontandoci una storia.
La sua bellezza, infatti, sta nell’aver saputo cucire un perfetto romanzo storico, in cui la storia “piccola” della vita quotidiana di una famigli qualsiasi si incontra con quella “grande”, quella di intero paese. La Delpero ha saputo, quindi, scrivere e dirigere un perfetto “romanzo storico su pellicola” che non manca di momenti di ilarità e commozione.
Un tenero affresco di una vita passata colmo, tuttavia, di sentimenti universali.
Su Radiogaiaitalia.com il commento su Vermiglio in #podcast di Emilio Campanella.
(9 ottobre 2024)
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