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mercoledì, Febbraio 5, 2025

Saltburn, viva le donne registe

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di Laura Salvioli
Questa meraviglioso film è disponibile su Prime dal 22 dicembre quindi lo dovete vedere. Se ne sta parlando molto, soprattutto per varie scene che sicuramente rimangono molto impresse. E che, per me, non sono assolutamente gratuite come alcuni hanno sostenuto. Scritto e diretto da Emerald Fennell una promettente regista ed attrice inglese che alla sua seconda opera ci strabilia con film sinuoso e barocco. La storia è ambientata nel 2007 ed è stata ispirata alla regista da un sogno fatto nel periodo del covid. I protagonisti sono due studenti di Oxford molto diversi. Uno ricco, nobile e bello (Felix), e l’altro (Oliver) approdato ad Oxford solo per meriti, sicuramente meno affascinante, ma, indubbiamente preparato.  I due diventano amici, nonostante le palesi differenze. Oliver è abbagliato dalla vita di Felix dal suo successo con le ragazze, dalla sua ricchezza e fa di tutto per diventare e, rimanere suo amico. Tanto che lo stesso Felix lo inviterà nel suo castello che si chiama, appunto, Saltburn come il titolo del film. Qui, Oliver conosce i pittoreschi genitori di Felix ed una corte di personaggi, che esattamente come Oliver, vorrebbero essere ricchi e nobili come loro. La storia si svolge come un thriller, è carica di tensione sia sessuale che legata allo svolgimento della trama. Non si capisce fino alla fine quale sia la verità, indubbiamente, uno spettatore esperto potrebbe arrivare facilmente a risolvere l’arcano. Tuttavia, non è questa la nota di merito del film, quanto più la capacità della regista di presentare e rappresentare personaggi e avvenimenti. È tutto molto accattivante e carico di riferimenti sia alla tragedia greca, che alle opere di Shakespeare che al cinema d’autore del 900. Non manca nulla, per quanto mi riguarda per renderlo un film strabiliante. Non posso esimermi, ovviamente, dal lodare gli attori, soprattutto Barry Keoghan che ha studiato in modo meticoloso il personaggio. Ho amato in lui, soprattutto, il suo rapporto il corpo, è stato un attore molto fisico. Ed in realtà tutto il film è pervaso da tanta fisicità e, credo questa sia una scelta riconducibile anche al fatto che è un film scritto e diretto da una donna. Le donne, più degli uomini, a mio parere, hanno un rapporto molto più stretto con il proprio corpo. Forse per via del ciclo mestruale o delle continue pressioni sociali legate molto di più al corpo femminile che a quello maschile, le donne sono più predisposte, quando fanno le registe, ruolo che rivestono ancora raramente purtroppo, a creare film molto fisici.

In conclusione, viva le registe donne ed il cinema barocco, sontuoso, carnale fatto di corpo di sangue e di emozioni forti.

 

(17 gennaio 2024)

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